Lettura del paesaggio

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Il paesaggio della Fortezza di Masada presenta ancora evidenti i segni dell’assedio che, nel 73 d.C., portò alla sua conquista da parte dei Romani e segnò la fine della prima guerra giudaica. Tra i due elementi base dell’evento, e cioè la fortezza stessa e l’accampamento Romano, persiste tutt’ora la traccia di quello che fu il fattore chiave dell’assedio: la ripida rampa costruita dai Romani per portare fin sotto le mura della fortezza una torre di assedio per attaccare e distruggere le fortificazioni. Ideata dal comandante dell’esercito Romano, Lucio Flavio Silva, la rampa trasmette ancora oggi l’alto livello tecnico e la grande capacità costruttiva dei Romani, oltre alla loro determinazione a sottomettere chi si ribellava al loro dominio. Nella parte avversaria, altrettanto determinata appare sia la resistenza dei Sicarii assediati, sia il loro spirito ribelle che li portò al suicidio collettivo piuttosto che sottomettersi al dominio dell’invasore. Un fatto che oggi assurge a simbolo dell’ideologia sionista, tanto che le reclute dell’esercito israeliano sono tenute a giurare fedeltà sul luogo dell’assedio al grido di ’Mai più Masada cadrà’.  Allo scenario drammatico dell’assedio si contrappone la magnificenza della residenza di Erode, la cui costruzione, antecedente l’occupazione della fortezza da parte dei Sicarii, denota il senso estetico che il re della Giudea sempre esternava nella realizzazione delle sue residenze. Attualmente la fortezza è Parco Nazionale ed è una delle mete turistiche più visitate di Israele.