Atollo di Bikini

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Foto Elab. Frederick Bradley

L’Atollo di Bikini è formato da 36 piccole isole disposte in cerchio a delimitare una laguna di circa 600 km2 di ampiezza. Il nome deriva da Pikinni, termine che nella lingua locale indica una superficie di noci di cocco. Nel 1946 l’atollo fu scelto dall’esercito americano come poligono per sperimentare le armi nucleari. A influire sulla scelta furono le condizioni ambientali del luogo e la sua posizione lontana dalle rotte commerciali. Anche gli abitanti locali non rappresentarono un problema dato che furono convinti facilmente a lasciare le proprie case con la promessa, impossibile da mantenere, che vi avrebbero fatto ritorno al termine delle sperimentazioni (foto). Ancora oggi la fortissima contaminazione radioattiva non consente la vita dell’uomo, ma la natura di Bikini mostra comunque chiari segni di ritorno alla vita (foto). Per il significato della sua drammatica storia l’atollo è stato dichiarato sito UNESCO Patrimonio dell’Umanità (foto). Le vicende dell’atollo sono all’origine del nome che lo stilista francese Luois Reard, proprio nel 1946, dette al noto tipo di costume da bagno evocando gli effetti dirompenti e devastanti che avrebbe avuto sulla società del tempo.