Lettura del paesaggio

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Foto Frederick Bradley

Il paesaggio del Castello di Torrechiara che domina la Val Parma rimanda in modo ancora evidente alla storia del maniero e alle motivazioni che furono all’origine della sua costruzione. Nell’intento del suo ideatore, il Conte Pier Maria II de’ Rossi, l’edificio doveva sia avere una funzione militare, fungendo da base per estendere il proprio dominio sul territorio parmense, sia divenire la residenza in cui incontrare la sua amante, Bianca Pellegrini d’Arluso, nobildonna della corte dei Visconti di Milano. Il risultato fu un castello dotato di imponenti strutture difensive ma con ambienti pensati per viverlo come un vero e proprio nido d’amore. Un dualismo che si manifesta nel contrasto tra l’architettura esterna, volta alla difesa militare, e quella interna, in cui domina la celebrazione delle arti e dell’amore. All’intorno del castello non vi è più traccia degli oliveti che furono, per il tramite del borgo omonimo, all’origine del nome del castello, e che nel Medio Evo dovevano essere la coltivazione prevalente. Tuttavia l’assenza di evidenti infrastrutture recenti nelle immediate vicinanze consente al fortilizio attuale di mantenere un rapporto con un contesto agricolo non troppo lontano, almeno visivamente, da quello medievale.

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